05 Giu TENUTA SANTO STEFANO AL GIRONE
TENUTA SANTO STEFANO AL GIRONE
antica tenuta vitivinicola e ceralicola
La Tenuta era sede di un antico maniero e girone fortificato, costituito da mura e da torri, che serviva da difesa e avvistamento essendo in comunicazione con i principali avamposti militari della vallata.
Come scriveva Mons. Mambrini, le fortificazioni qui costruite avevano inizialmente anche una funzione militare: “Era baluardo di antica potenza, elevato fin dai tempi romani alla difesa contro le orde barbariche che dal nord d’Europa scendevano a depredare le belle contrade d’Italia”.
Sul colle Girone vengono edificate anche due chiese, una dedicata a Santo Stefano che fu parrocchia fino al 1500 e una dedicata all’assunzione di Cristo e ai santi Francesco e Agata poi trasformata in oratorio dedicato a San Sebastiano.
Nel 1276 fu terreno di battaglia tra guelfi e ghibellini nella cd. battaglia di Civitella con cui i conti di Giaggiolo persero il castello di Civitella a favore dei Manfredi di Faenza, poi dei Malatesti e, dopo alterne vicende, di Napoleone Orsini e dei veneziani del duca d’Urbino.
Per secoli, le terre e le chiese della Tenuta Santo Stefano del Monte Girone appartennero ai monaci dell’Abazia di Sant’Ilario e poi, dal Rinascimento, al Priorato dei Servi di Maria della Beata Vergine della Suasia che coltivavano la collina a cereali e uva.
I monaci attendevano con tripudio i cereali e le uve provenienti dalla Tenuta perché davano bevande talmente soavi ed eleganti da essere conservate per lungo tempo, riservandole agli alti dignitari, ai nobili e alle cerimonie importanti.
I cereali che si raccoglievano nella Tenuta venivano lavorati presso il Molino Boscherini, sede anch’esso dell’azienda.
Presso la Tenuta vi è anche la sede delle cantine di affinamento dei vini di cereale di Vitantica.
Una parte della Tenuta è coltivata a cerali e vitigni ma anche a ortaggi e alberi da frutta come mandorli, ciliegi, meli, prugni, aranci e spezie.
E’ anche riserva di caccia e di ripopolamento per la fauna e la flora autoctone come rapaci, cervidi, lepri, uccelli, farfalle, altri animali e piante come pini, abeti, tigli.
La vista all’orizzonte nelle giornate terse giunge sino al mare Adriatico.
L’esposizione sud-ovest porta a forti escursioni termiche diurne che, coniugate alla specifica composizione del terreno e alla fresca brezza umida proveniente dal torrente Suasia, creano un microclima particolare e unico per la coltivazione e la maturazione di cerali e uve, e per l’affinamento di questi vini sorprendenti.